
C’è chi ci mette la faccia e chi un’opera d’arte
Avete già capito a chi mi riferisco? Sto ovviamente parlando di Banksy, un artista e writer Inglese le cui opere sono note in tutto il mondo.
C’è chi ci mette la faccia e chi un’opera d’arte: ecco questo è il caso del nostro uomo misterioso del quale si disconosce l’identità, sappiamo che è un Britannico, nato a Bristol, ma la sua attività ed i suoi interventi artistici sono ben noti a livello globale. Questa notorietà è data indubbiamente dallo spirito con cui Banksy crea i suoi capolavori. Uno slancio creativo infuocato, che ha portato ancor di più alla ribalta la Street Art.
Ogni suo intervento è sinonimo e simbolo di denuncia severa nei confronti delle più svariate tematiche. Tra le tante annoveriamo: lo sfruttamento degli animali, la lotta per i diritti umani, i danni all’ambiente, il suo feroce e deciso No alla guerra ed al terrorismo, il consumismo e così via.


La settimana scorsa ho visitato la mostra a lui dedicata presso il Chiostro del Bramante a Roma. Sono stata catapultata in un percorso molto ben organizzato, che mi ha permesso di camminare con l’artista in un mondo fatto di immagini impattanti ( il quadro del parlamento con le scimmie nel ruolo dei parlamentari) e contrasti accecanti che colpiscono come pugni in pieno stomaco ( la ragazza che abbraccia un missile ed il lanciatore di fiori ).
Ogni singolo passo è un dettaglio che urla giustizia, ed una seria revisione dei criteri con cui si sta gestendo il nostro tempo.


Mi sono resa conto di quanto, questo fantomatico eroe senza volto, che appare e scompare lasciando traccia tangibile del suo passaggio, sia presente nel mio immaginario visivo. Le sue creazioni artistico satiriche hanno accompagnato campagne pubblicitarie, copertine di dischi e nel ritrovarmele davanti agli occhi, ho sentito di conoscerlo più di quanto non sapessi.


Non fraintendetemi però, non ero a conoscenza del suo percorso artistico ( date, eventi, influenze specifiche), ma dei suoi messaggi. Questi sono parte integrante di come il mio pensiero si è andato costruendo nel corso degli anni.
C’è chi ci mette la faccia e chi un’opera d’arte vuol dire che Banksy mi parla da anni, ed io lo ascolto perché quello che dice è, senza ombra di dubbio, scioccante ma anche profondamente vero.
Siamo circondati da continue atrocità: diritti umani che vengono calpestati senza ritegno per aver espresso un’idea diversa ( quanto dovrà rimanere ancora in carcere Patrick Zaki?), un colore della pelle che ancora fa la differenza, e detta la convinzione di inferiorità una razza ( ci siamo già dimenticati di George Floyd?), violenza giustificata in nome di un potere che non vuole lasciar passo alla democrazia ( l’incursione e l’assalto al congresso di Washington). Insomma:
Si può davvero cambiare il mondo malato in cui viviamo?

Me lo chiedo spesso.
La mia risposta è: lo spero, ma non ne sono più tanto convinta.
Sono fortemente disillusa nei confronti di una possibilità di vera rinascita. Convinzione aggravata, in questo momento, ad un anno di distanza dal primo lockdown, dalla comparsa di una zona rossa di cui siamo noi stessi i principali responsabili.
Finché non cambieremo atteggiamento, smettendo di giustificare atti ingiustificabili, come una discoteca all’aperto ai navigli perché “Sennò come mi diverto?”, un assalto di massa alle strade del centro perché “Devo assolutamente andare a fare shopping” , ragazzi e ragazze che si abbracciano e salutano senza mascherina perché “io sono invincibile e me ne frego delle regole”, allora non saranno sufficienti un esercito di Banksy per far cambiare le cose.
Il primo passo spetta a noi, siamo noi a muoverlo. Rimanere a casa non è resa, ma speranza che le cose vengano finalmente comprese. I vaccini, prima o poi arriveranno, ma se non agiamo con coscienza, arriveranno altri Covid, travestiti da varianti spaziali, e l’unica firma che metteremo, sarà quella sulla nostra lapide.
Magari allora, il Banksy di turno, verrà ad abbellirla con dei graffiti che ci ammoniscano e ci ricordino che l’uomo è, tutt’oggi, il peggior nemico di se stesso.
Roberta Leonardi, 13 Marzo 2021

Banksy Info:

Non potevi dirlo meglio. La mancanza di civiltà, educazione, onestá e rispetto, si proiettano come boomerang sulle nostre vite.
Grazie, Simona. So che anche tu sei molto sensibile a questi argomenti.
Un saluto alla tua Liguria.
Grazie Roberta per aver condiviso, molto interessante, ci obbliga a riflettere su certe tematiche. Si denota una forte sensibilità, creatività costruttiva e intelligente. Tutto serve per uscire dal proprio torpore. Un abbraccio ❤️
Ricambio abbraccio e ringrazio per questo bel commento 🙏
Grande Roby, è un articolo stupendo e attualissimo, sei bravissima, ogni volta mi stupisci sempre di più ❣️ Complimenti di vero cuore ❣️ Dovremmo tutti trarne tante belle riflessioni… Top
Sei sempre molto cara, Roby!
Ti ringrazio tanto.