Dietro la finestra. Racconto breve.
Viveva sopra ad una piazza famosa e centralissima. Luogo vitale, colorato, affollato, vivace e spesso rumoroso. Scenario di saltimbanchi, artisti e turisti. Lui però non usciva mai. La vita la guardava scorrere da dietro il vetro della sua finestra. Quell’occhio tra i mattoni, si affacciava su Piazza Navona.
Una mattina di Maggio, quando la vita cominciava a farsi prepotentemente sentire, col naso appiccicato dietro al vetro, la vide arrivare.
Era vestita di giallo. Un abito fresco, morbido, che le lasciava scoperte le braccia, fasciava la vita e si allargava, scendendo giù, a sfiorarle le gambe. Permetteva intravedere caviglie e piedi. Scarpe basse, comode, per camminare a lungo. Capelli castani, sciolti a sfiorarle le spalle. Sembrava leggera come una piuma. Forse danzava.
D’improvviso alzò lo sguardo.
Occhi marroni, naso sottile, labbra delicatamente segnate da un filo di lucido che le faceva brillare. Le loro anime si afferrarono. I loro occhi si riconobbero. Pur non essendosi mai visti prima, seppero in quel preciso istante, di appartenersi.
Lei rimase immobile per dei minuti lunghi ore. Lui trattenne il respiro per degli istanti lunghi giorni.
Un organetto suonava una melodia che correva sullo spartito invisibile che, magneticamente, li univa. Una nota dopo l’altra a battere con le loro ciglia. Un secondo dopo l’altro in un tempo ritmato, ma fermo.
È bello respirarti. Difenderti, servirti. E ringraziamo il cielo che ci sei… Che ancora sai stupirci. Sei fragile ed eterna.
Era Roma di Renato Zero.
Decise di chiamarla così. Quella donna immensamente bella da distinguersi tra tutti, infinitamente poetica da librarsi come foglie in un vortice di vento, per lui, quella creatura apparsa in una visione inaspettata, si chiamava Roma.
Nessuno sa per quanto i loro occhi si parlarono. Fu un dialogo che andava oltre le parole. Era una comunicazione di respiri. C’erano colori ed ombre, sfumature accennate, storie e futuro. Le loro vite vibravano in un silenzio armonico e senza confini.
Senza sapere quando, lei andò via. Lui rimase dietro la finestra. Tuttavia, i loro spiriti, attraverso le ali del sogno, ancora si parlano.
Adesso, chiudete gli occhi. Respirate il vostro cuore.
Forse riuscirete ad ascoltarli.
Piccola storia breve per combattere, con un po’ di poesia, un virus che ci costringe, prigionieri, in una amarissima realtà.
Roberta 20 Marzo 2020
Grazie Roberta io ho riletto il tuo libro Incastri in questi giorni difficili
Le facce e i ricordi che ho ritrovato nella memoria mi hanno fatto sentire meno lontana dai miei cari nella terra friulana.
Ti abbraccio da lontano
Mandi biele♥
Mandi Romine. Une busade!
Mia sorella è una poetessa!
L’avresti mai detto???? 😉
Bellissimo racconto, mi hai fatto sognare. 🤗💝
Mission accomplished!!! 🤓😘📖📚
Bellissimo, mi è sembrato di vederli mentre leggevo queste righe… ♥️
Grazie!
Il potere delle parole…
Ciao Ale, saluta Albe.
E cercate di stare bene. 💪❤
In questi giorni un po’ tutti uguali è facile farsi prendere da una costante malinconia e smettere di scorgere la bellezza che ci circonda. Grazie per ricordarci che c’è ancora bellezza e poesia tutto intorno a noi.
Abbiamo tutti bisogno di luce.
Ce la faremo 💪💪💪❤
Roby non smetterò mai di dirti che sei una bravissima Poetessa e scrittrice ❤️❤️❤️ Mi sono lasciata trasportare dalla tua storia ed e’ stato bellissimo grazie 🙏 ❤️❤️❤️
Non smetterò mai di dirti che sei troppo troppo gentile.
Che poesia 🥰
Grazie Simona.