IL GIARDINO DEL SILENZIO
Riccardo Fanti è uno scrittore in crisi che alla soglia dei cinquant’anni riceve un’inaspettata eredità.
Il misterioso benefattore è Giorgio Altieri, suo padre, che lui ha sempre creduto morto.
Così Riccardo arriva a Borgo Greto, un paese del nord Italia, ed entra in contatto con una realtà a lui sconosciuta.
Questo lo porterà a scoprire la verità sulla sua nascita e sulla sua vera storia, infestata da scomodi segreti.
Il giardino del silenzio è un libro sulla ricerca di sé, sull’accettazione e sul perdono che si trasforma in salvezza.
Come cambiare strada, per riconoscere la via di casa.


INTRODUZIONE
A cura di Giovanni Ragosa
Il giardino del silenzio è il racconto di un fulmine a ciel sereno e dell’attesa di un tuono che deflagra più vicino e più forte del previsto.
Se nei precedenti romanzi (Incastri, Ossa di Angeli) Roberta Leonardi aveva raccontato l’elaborazione cosciente di traumi che spezzavano nettamente le vite delle protagoniste, stavolta i confini si fanno sfumati, si perdono e si ritrovano nella memoria delle generazioni passate e i traumi sono nascosti e repressi.
Spettatore quasi passivo della propria vita, Riccardo Fanti viene catapultato in un’indagine a ritroso nel tempo e nello spazio, un necessario passo indietro per darsi una possibilità di andare avanti.
Un cambio deciso di prospettiva e di tono, un esperimento narrativo per esplorare i confini più reconditi della nostra coscienza e chi, tracciandoli, ha segnato più o meno consapevolmente il nostro percorso.
Come cambiare strada, per riconoscere la via di casa.
CURIOSITà
A cura dell’autrice Roberta Leonardi
Il giardino del silenzio nasce durante una giornata al mare nell’estate 2020.
Riccardo Fanti è apparso nella mia mente in maniera improvvisa ma chiara, la sua storia è stata da subito nitida, ben definita. Ricordo di essere corsa a prendere il telefono per segnare i dettagli e gli spunti.
L’elaborazione però è risultata complessa e ha richiesto tempo.
Grazie a un ritiro di scrittura di due settimane a Pescasseroli nel mese di Maggio 2022, sono riuscita a dar vita alla stesura della maggior parte dei capitoli. Avevo bisogno di calma, solitudine e silenzio per far parlare i miei personaggi.
Loro come sempre son stati generosi, concedendomi il dono di guardarli negli occhi.
Borgo Greto, luogo in cui Riccardo Fanti si reca per risalire alla verità sulla sua storia, non esiste ma si ispira ai tanti paesini che rendono la nostra Italia così speciale e unica.
In particolar modo mi sono lasciata illuminare da una visita fatta appunto nell’agosto del 2020 in Friuli Venezia Giulia, nel paese di origine di mia madre, dove ho avuto l’opportunità di entrare nella casa dove lei, i suoi genitori e le sue sorelle sono cresciute.
Attraverso l’intervento di mia zia Paola, mio marito e io siamo stati accolti da Nadia e Ada in quella che un tempo fu l’abitazione della famiglia di mia madre.
Nelle due ore trascorse insieme, racconti, visioni e lacrime non sono mancate.
Per questo motivo uno dei personaggi che incontrerete si chiama Ada, è il mio grazie alla sua impagabile accoglienza.
Tarcisio era il nome di mio nonno, morto quando avevo quattro anni e di cui ho un vaghissimo ricordo nel giorno del suo funerale.
Rosamaria è invece un tributo a mia suocera, che portava questo stesso nome, la quale ci ha lasciati lo scorso Febbraio senza che potessimo dirle addio.
Le parti in Friulano sono opera della mia cara amica Stefania Donato che ne ha curato la traduzione, con meticolosità e senza chieder nulla sulla trama.
Il giardino del silenzio non è un libro sull’Alzheimer ma è il mio invito alla ricerca di sé, della verità e del coraggio di accettarci per come siamo.
Prima di tutto però, questo libro è un inno al perdono che nel momento in cui viene concesso, si trasforma in salvezza.
Anche da parte mia quindi:
Buona lettura.



ESTRATTI
Di buonora, verso le sette, senza neanche fare colazione, Riccardo si mise in viaggio. Borgo Greto distava poco più di sei ore da Roma e non voleva perdere tempo.
Alto, brizzolato, occhi verdi, labbra carnose, dal fisico asciutto grazie alla corsa che praticava regolarmente tre volte a settimana, aveva lo sguardo fisso sulla strada, ma la mente impegnata nel ricostruire la sua storia, quella delle sue origini, quella che gli aveva raccontato la madre fin da quando aveva memoria.
Rosamaria Fanti era nata il 15 novembre 1956, a Udine.
Purtroppo, nel darla alla luce, la madre era morta a causa di complicazioni difficilmente gestibili a quei tempi, e lei era rimasta sola con suo padre Tarcisio, di professione giardiniere, e con sua zia Clara, sorella nubile di Tarcisio.
Frequentò le scuole fino alla quinta elementare e poi…
Guardò le colline serene di fronte a lui, le invitò a entrare nella sua mente quindi, con estrema lentezza, tornò in sé.
Subito dopo, per ambientarsi, decise di andare a fare due passi in paese.
Il borgo distava dieci minuti a piedi dalla locanda….
Aveva le gambe pesanti, gli costava camminare e non riusciva a togliersi dalla mente quanto accaduto durante la notte.
Non si spaventava con facilità ma quei fenomeni assurdi lo avevano agitato. Cercò di respirare a fondo e di concentrarsi sulla prossima tappa: il testamento di Giorgio Altieri.
Tarcisio Fantinel era considerato il matto del paese.
Vecchio, curvo, pieno di rughe, magro da far rabbrividire, sembrava uno scheletro ambulante. Era noto che in passato fosse stato un abilissimo giardiniere: infatti proprio lui aveva dato l’imprinting e curato il parco di casa Altieri fino a quando…
Scese e camminò fino alla porta d’ingresso con gambe pesanti come piombo. Il respiro strozzato. Il cuore impazzito. La testa pulsava.
Bussò.
Nulla.
Bussò ancora.
Cui setu? (chi sei?)
Riccardo si girò di scatto. Il vecchio era di fronte a lui con un bastone in mano. Aveva un’aria minacciosa, affatto rassicurante.
Setu un spirit? (sei uno spirito?)…

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nei due formati disponibili: cartaceo e kindle.