Il Musicista perduto.

Il Musicista perduto
Il Musicista perduto

Il musicista perduto.

L’altro giorno, mentre mi perdevo nell’ascolto di una selezione di temi tratti dalle colonne sonore dei film di Hayao Miyazaki ( La città incantata, Il mio vicino Totoro, Ponio etc…) mi sono imbattuta nel tema Merry Go Round of Life, tratto dal film Il castello errante di Howl. 

La magia è avvenuta in maniera spontanea, l’ispirazione si è unita alle note e nella mia mente è apparso questo racconto. Prima di tutto è arrivato il titolo e da lui le parole sono scivolate giù a cascata.

Confesso che di recente c’è stato un momento in cui quel suonatore perduto ero io.

La vita, ma soprattutto l’accettare che essa accada, mi ha permesso di vedere oltre. Sebbene spesso debba ancora sforzarmi, debba compiere questo riconoscimento come un esercizio mentale e fisico, sto riuscendo ad uscire da un buio che si era impossessato di me in modo del tutto inaspettato, facendomi percepire una disperata follia.

La follia del non riconoscermi.

Quando parlo di esercizio mentale, mi riferisco alla meditazione, all’ascolto, all’attento sentire che troppe volte mettiamo in secondo piano. Da questi momenti molto intimi, scaturiscono visioni che poi trasformo in racconti.

Mi auguro che queste storie siano un dono gradito ai vostri occhi e vi permettano di viaggiare con me, oltre ogni limite legato alla finitezza delle parole.

Quindi, oggi, con immenso affetto, vi presento un  breve racconto inedito.

Buon Viaggio.

Il Musicista perduto.

Una mattina di sole, una bambina camminava seguendo il ritmo di un organetto. La strada risuonava di una triste allegria e il paese si chiedeva se fosse un circo o forse, il musicista perduto.

Ormai da tempo se ne parlava in giro tra le valli e lungo i mari.

Il musicista perduto
Vicolo di Calcata

Si narrava di un suonatore che, a causa di uno sfortunato incidente, non poté più sentire e si perse.

Cadde nella sua follia.

Vi rimase per anni, andando sempre più a fondo.

Un giorno, quando stava per annegare sopraffatto dalla disperazione,  il braccio di un organetto di Barberia che era stato abbandonato, si sporse tra le torbide acque della sua mente e lo salvò. Lo strumento era muto e solo. Il musicista sordo e affranto.

Le loro solitudini si riconobbero e si strinsero in un abbraccio.

L’organetto gli raccontò che il suo antico padrone era morto e lui, non trovando qualcuno che volesse suonarlo, fu buttato via e dimenticato.

Il musicista perduto, commosso, liberò l’organetto da ogni ciuffo di polvere incastrato nella ruota dentata che faceva girare lentamente il suo cilindro, lo lucidò con amorevole attenzione, abbeverò la manovella arsa dal tempo e dall’usura con olio di rosa e gli restituì, con lenta pazienza, note da poter cantare.

Gli garantì la sua presenza e il suo affetto.  Nonostante non fosse in grado di udire, poteva però offrirgli appoggio e gambe forti per condurlo ancora per paesi e sentieri.

L’organetto, dal canto suo, ad ogni gesto d’amore rispondeva con una sottile vibrazione che passava dal suo corpo a quello del suonatore. Piano piano quel vibrare divenne sussurro, una calda voce che solo il silenzio poteva percepire.

Quest’ultimo allora decise di intervenire. Attraverso una magia segreta appresa nell’arco dei secoli e degna solo dei più meritevoli, il silenzio riprese a parlare.

Il musicista perduto
Il silenzio riprese a parlare

In questo modo, il musicista sordo riacquistò l’udito.

Entrambi, colmi di gratitudine e gioia, iniziarono ad andare. Attraversarono monti, colline, coste e borghi. A coloro che domandavano da dove venisse, il suonatore rispondeva che si era perduto e ora percorreva la vita senza meta.

Ciò che portava con sé e trasmetteva con la sua musica, era la serena consapevolezza di non esser più solo, di aver trovato qualcuno che lo capiva e accettava così come era. In fondo erano simili lui e il suo organetto: esseri sopravvissuti all’abbandono e alla pazzia.

Quando gli facevano notare che con lui aveva uno strumento e non una persona, lui rispondeva che, con una certa probabilità, erano i loro occhi a non vedere quanto umano fosse il suo compagno di viaggio. Il suo sorriso spiazzava la cieca razionalità delle genti che incontrava e insinuava, al tempo stesso, il dubbio che quella astrusa teoria potesse esser vera.

Spesso gli veniva offerto un pasto, un luogo caldo dove dormire e lui accettava solo se poteva tenere accanto a sé il suo amico. Insieme suonavano per le famiglie che li ospitavano, lasciando, quando giungeva l’ora di separarsi, una scia di triste allegria.

La gioia dell’incontro coesisteva con la tristezza dell’addio.

Il musicista perduto divenne leggenda. La sua storia di dolore e ritrovata voglia di vivere, l’incontro con l’organetto, il dono concessogli dal silenzio e il suo sorriso fecero sì che fosse atteso in molti luoghi.

Il musicista perduto
Il musicista perduto

Era noto che il musicista perduto vagava senza meta, per ciò ogni volta che si sentiva la musica di un organetto per i vicoli di una cittadina di mare o montagna che fosse, le persone uscivano in strada, accorrevano con la speranza di partecipare al miracolo, di conoscere e riconoscere la gioia.

Quindi miei cari lettori, imparate ad ascoltare, a vedere quel braccio invisibile che vi tende una mano, se poi dovesse essere un organetto di Barberia, allora prendetevi cura di lui e vedrete che le sue note faranno lo stesso con la vostra anima.

Roberta Leonardi Aprile 2021

 

Questo articolo ha 19 commenti.

    1. Roberta Leonardi

      Grazie!

  1. Monica

    Ho sempre la lacrima in tasca quando leggo i tuoi racconti, bravissima Roberta 💜
    Monica

    1. Roberta Leonardi

      Mi toccherà mandarti dei fazzoletti!!!
      Grazie, Monica!

    1. Roberta Leonardi

      Grazie mille, Rita!

  2. Rossana Pasotti

    I tuoi racconti incantano sempre cara Roberta e…fanno pensare…grazie di❤

    1. Roberta Leonardi

      Mi fa tanto piacere, Rossana.
      Grazie.

  3. Genny

    Stasera questa dolcissima storia ci insegna che spesso ignoriamo le piccole “mani tese” , senza capire quanto possano cambiare in meglio alcuni aspetti della nostra vita. Sempre brava Roberta 🌹

    1. Roberta Leonardi

      Grazie, Genny!
      Mi piace molto la tua lettura 😉

  4. Claudia Marson

    Che bello 😍 i tuoi racconti arrivano sempre al ❤️
    Sempre emozioni all’ennesima potenza …… bellissima la mano invisibile .. io la sento lei si prende cura della mia anima 🌹
    Grazie cara amica 😘

    1. Roberta Leonardi

      Quando mi dici che ti “arrivano”, mi regali una gioia immensa.
      Buona serata cara Claudia❤

  5. Robyrabs

    E come potrei non amare i tuoi scritti? Eh si Roby è davvero impossibile, sei una carezza continua ❣️ Grazie di cuore Sei davvero bravissima ❤️❤️❤️

    1. Roberta Leonardi

      Grazie Roby.
      Una carezza serale per te.

  6. Silvana

    Bellissimo, come sempre è un piacere leggerti. Grazie ❤

    1. Roberta Leonardi

      Grazie di cuore, Silvana.
      Un caro abbraccio

  7. Anonimo

    Ho letto il tuo racconto. Non sono una grande lettrice ma tu scrivi veramente bene . Grazie. Cercherò appena posso di approfondire. Buona notte

    1. Roberta Leonardi

      Se dici che non sei una gran lettrice, considero un onore che tu mi abbia scelto, anche se solo per un racconto.
      Grazie di cuore.

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