La gestione delle ombre.

La gestione delle ombre.

La gestione delle ombre
La gestione delle ombre

Bentrovati amici lettori,

primo articolo del 2022 e vi avviso che non è un articolo sulla fotografia e la gestione delle ombre nella stessa. O forse sì…

Diciamo che se considerassimo gli attimi che viviamo come scatti in sequenza di una unica foto che chiameremo vita, allora questo potrebbe essere un articolo sulla fotografia.

Quando ci dedichiamo a immortalare paesaggi, oggetti, volti, fiori e tutto ciò che ci attrae, non sempre le immagini che ne risultano, sono degne di nota. Alcune sono sfocate, altre non trasmettono l’emozione che vorremmo, altre ancora sono buie.

Sono proprio loro che scartiamo per prime perché non vediamo, perché il soggetto che stiamo cercando di narrare è oscuro, o meglio, oscurato.

È qui che entra in ballo la gestione delle ombre.

Concedetemi di staccarmi per un attimo dalla metafora fotografica.

Parlo ora in maniera del tutto personale, ma so già che molti di voi, anche e in particolar modo a causa del periodo che stiamo attraversando, ci si ritroveranno.
Gli ultimi sette mesi vissuti nel mio minuscolo nucleo familiare sono stati una lentissima e inaspettata discesa all’Ade. Un inferno subdolo, nascosto, che spia la gioia e la assale, soffocandola.

Tutto inizia con la caduta di una persona anziana, lontana, che porta a spasso il cane. Lui strattona, lei cade. Non scenderò nei successivi dettagli ma con quell’episodio è partito un domino di eventi di complicata gestione che, ogni volta che gli stessi eventi sembravano volgere al meglio, in realtà continuavano a cadere come tessere impazzite di un disegno invisibile.

Ombre appunto, che risvegliavano in me altre ombre, che richiamavano l’oscurità vissuta in precedenza e che stavo cercando di collocare.

Perché di questo si tratta: trovare una collocazione alle foto scure.

Ciò che molti di noi fanno, soprattutto per allontanare l’insieme di sentimenti che racchiudono al loro interno, è strappare le immagini scure e buttarle nel cestino.

Sì, ho riafferrato la metafora fotografica, mi sembrava troppo attinente per ignorarla.

In verità, il problema di quel cestino è che, pur essendo spazzatura, non viene gettato via, ma si insedia dentro di noi e marcisce, generando orrori interiori. Questa è ciò che potremmo semplicemente chiamare “la nostra oscurità”, ciò da cui fuggiamo, ciò che non vogliamo o vorremmo più vedere, ciò che ci mette a confronto con la nostra fallibilità, e con l’impossibilità di intervenire per cambiare il corso degli eventi.

IMPOTENZA.

La gestione delle ombre.

Nella gestione delle ombre l’impotenza ha un ruolo da protagonista: è un ritratto in bianco e nero dall’espressione indecifrabile, ha gli occhi muti e la bocca chiusa, le rughe distese in un silenzio fastidioso. L’apparente calma di quel ritratto, se osservata con attenzione, mostra catene sfocate che stringono polsi e caviglie. Ma nell’immagine c’è solo un volto, le catene sono il dettaglio in lontananza, sono fumo grigio.

Accettare di non poter far nulla, se non in qualche strano modo, continuare a pensare che le cose prederanno prima o poi una piega migliore, è il primo passo.

Anzi, no, direi che è il secondo.

Ciò che in primo luogo bisogna fare è tirare fuori la foto da quel cestino, con tutti i suoi piccoli pezzi, ricostruirla con generosa pazienza ( che io non ho n.d.r.) e guardarla negli occhi.

Avete presente quei disegni che se li fissi, dopo un po’ appare qualcosa?

Ecco, io ci divento per lo più cieca e mi gira la testa, ma poi effettivamente qualcosa si palesa.

Non sono risposte. Sono strumenti contro la paura.

La gestione delle ombre
La gestione delle ombre

Sì, ancora lei, l’immancabile co-protagonista silente e indimenticabile delle foto buie.

Nella gestione delle ombre è spesso lei a decidere per noi. Prende il sopravvento, ci sussurra con voce sibilante cosa fare o non fare, pensare o non pensare. È il nostro VOLDEMORT, il nostro LATO OSCURO, e noi non ci sentiamo né HARRY POTTER, né tanto meno LUKE SKY WALKER.

Bacchetta e spada laser: non in dotazione. Pacchetto fallato, da restituire al mittente.

Ma il mittente siamo noi.

Come si combatte la paura?

Come si gestiscono le ombre?

Durante il mio percorso di analisi, che dura da circa un anno e mezzo e temo sarà ancora lungo a causa delle troppe foto strappate e da ricomporre, ho appreso che il modo migliore per gestire è affrontare: guardare negli occhi ciò che ci terrorizza e riconoscersi.

La gestione delle ombre
La gestione delle ombre

Accettare che in noi ci sia l’ombra è fondamentale, nessuno ne è immune, nessuno è sola luce.

L’attesa nella notte è uno strumento, non un nemico.

La gestione delle ombre.

Ritorno per un attimo a quella persona lontana che è caduta sette mesi fa.

Ora, dopo esser passati per covid, abbandono, allucinazioni, non-comunicazione, infinita preoccupazione e IMPOTENZA, la situazione sembra esser migliorata, sembra che l’alba stia arrivando. Al momento è un’aurora, ma è così sorprendente da lasciare senza parole. Con la differenza però, che questo silenzio, questa assenza di suoni, è meravigliosa.

La gestione delle ombre.

A cosa mi sono serviti questi sette mesi? Che cosa ho imparato?
Ho appreso, non senza enormi difficoltà, essendo la sottoscritta una maniaca del controllo e spesso iperattiva, la calma.

Attraverso la frustrazione, tanta solitudine, il non saper più cosa dire o il non aver voglia di spiegare, qualcosa si è sciolto. Non so dirvi se sono le catene sfocate di quel ritratto in bianco e nero, ma qualcosa non c’è più, lo percepisco. È un’assenza che non fa male.

La gestione delle ombre.

Tutto ciò che ci accade, direttamente o indirettamente, ci può portare verso la luce o verso il buio. Noi siamo entrambe le cose. Purtroppo ci capita di non riconoscere o accettare l’oscurità come parte di noi. In realtà lo è. La gestione delle ombre ha un ruolo imprescindibile per apprezzare la luce nella sua sconvolgente presenza.

Senza l’ombra la luce non avrebbe lo stesso effetto.

Le foto scure non sono brutte, richiedono solo più attenzione in quanto non comprensibili, non “chiare”.

Allora oggi, scatto una foto all’aurora stringendo fra le dita un ritratto in bianco in nero, ricostruito con immensa fatica, stando ferma, ma non immobile al tavolo del TEMPO, dove tutto scorre, accade e succede, spesso a prescindere da noi.

La gestione delle ombre
Tempo

La gestione delle ombre è imparare a conoscersi.

La gestione delle ombre è la pazienza del silenzio.

La gestione delle ombre è stupore e gratitudine verso la luce.

La gestione delle ombre è accettare anche la possibilità che quella luce, si spenga.

Roberta Leonardi. 31 Gennaio 2022.

La gestione delle ombre
La gestione delle ombre

Questo articolo ha 12 commenti.

  1. Lara

    Un lavoro prezioso intessuto di attimi di pazienza e speranza. Un abbraccio cara

    1. Roberta Leonardi

      Grazie Lara. Ricambio…forte forte.

  2. Giovanni

    “C’è una crepa in ogni cosa ed é così che entra la luce”, (Leonard Cohen)

    1. Roberta Leonardi

      E se lo dice lui…😘

  3. Genny

    Ti stringo forte a me e vedrai che il buio pian piano lascerà il posto a scie sempre più luminose per il cuore, i percorsi nel tunnel sono impegnativi, ma tu ce la farai ne sono certa.

    1. Roberta Leonardi

      Ne sono certa anche io. Grazie Genny

  4. Anonimo

    Cara Roberta, ti ho letta tutto d’un fiato! È difficile riprendere in mano quelle foto buie gettate nel cestino con la certezza di liberarsene: il dolore ritorna, in un’altra forma forse, ma prima o poi ci chiede il conto… Si impara a essere grati per ogni minimo sprazzo di luce, quante cose si capiranno quando saremo pronte ad abbracciare l’oscurità… La tua metafora con la fotografia è calzante: anch’io recupero frammenti di foto oscure ogni giorno e piano piano sento di risalire verso la luce, molto lentamente, ma con fiducia. Grazie, Roberta❤️

    1. Roberta Leonardi

      Grazie a te per aver condiviso il tuo chiaroscuro. Grazie di cuore.

  5. Claudia Marson

    Hai una grande dote, parlare di te senza maschere 👏🏻… ti posso solo dire che il percorsi è tortuoso, ma in fondo al tunnel c’è sempre la luce .. e quando arriva ti scalda ❤️ e mente .
    Sono sicura che presto riuscirai a raggiungerla parola di chi ci è già passato. Un abbraccio 🤗

    1. Roberta Leonardi

      Grazie Claudia.

  6. Anonimo

    Buongiorno carissima Roberta,
    parto da un altro punto di vista e mi affianco a te, consapevole che la gestione della luce non è affatto facile, le ombre sono sempre presenti per quanto ci si sforzi a limitarle, del resto le fotografie migliori sono proprio quelle dove le ombre fanno da contrasto netto alla luce, un’alba o un tramonto. Ed è un continuo consapevole equilibrio che si acquisisce col tempo, con un po’ di pratica, le “foto” da cestinare sono sempre in numero maggiore, ma la luce giusta se non c’è bisogna trovarla con qualche alchimia, con qualche ritocco, o forse lasciando che la patina del tempo confonda i contorni delegando all’imperfezione quella complessa e ostile gestione delle ombre. Dai !!!!!!
    Simo

    1. Roberta Leonardi

      Grazie Simo per questo tuo commento così intenso e vero.

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