
11 Novembre 2020: è arrivato Il castello dei sogni.
Era l’11 Novembre 2019 ed usciva al pubblico Incastri. Oggi, 11 Novembre 2020: è arrivato Il castello dei sogni.
Ci tenevo che uscisse in questa data perché, come forse saprete, è un giorno molto speciale per me: è il compleanno di mia madre, Anna. Questo è il mio regalo.
Auguri, mamma!

Ora mettetevi comodi.
Vi ho raccontato già molto di questo libro, delle sue atmosfere, quindi scelgo di farvelo descrivere dalle parole del mio editor Giovanni Ragosa, che mi ha concesso l’onore di occuparsi della quarta di copertina.
“Quando si cade, bisogna rialzarsi.”
Da una sala d’attesa a una stanza in cima a un faro: un percorso
ineluttabile eppure impossibile da compiere senza l’aiuto di un mondo
fatto di visioni, sogni e intuizioni.
Dopo Incastri, suo romanzo d’esordio, Roberta Leonardi sceglie la
forma del racconto per continuare la sua personale indagine dell’animo
umano: frammenti letterari incastonati in una cornice narrativa che li
lega e li trasforma in un’analisi coerente ma multiforme, l’unica
possibile ribellione all’irrazionale paura di soffrire che a volte ci
schiaccia. Presi singolarmente, i racconti de Il Castello dei Sogni
sembrano fuggire ogni logica interna, ma, uno dopo l’altro, compongono
magicamente i contorni della tenacia del nostro spirito.
Come scrive bene questo ragazzo, vero?

Se qualcuno ancora non si fosse convinto a comprarlo, allora ci metto anche la sinossi, che trovate comunque su Amazon, ma nel caso qualcuno fosse pigro, ve la riporto di seguito:
“Il castello dei sogni” è una raccolta di racconti, nati tra il 2018 e Gennaio 2020.
Il lettore verrà catapultato in un mondo parallelo, una dimensione alternativa: quella del Sogno.
Le storie apriranno le porte di varie stanze, quelle di un castello appunto, in cui la magia, le trasformazioni, gli incontri con chi non c’è più, sono possibili. Le atmosfere che avvolgeranno le differenti abitazioni saranno diverse. Non sempre piacevoli o rassicuranti. Ma si sa che anche le ombre, anche gli incubi, esistono. Cambierà “l’arredamento”, il sentimento, il percorso che i singoli protagonisti dovranno portare avanti per arrivare alla loro meta, qualunque essa sia.
Alcuni racconti sono collegati tra loro, come fossero una mini storia, e porteranno la protagonista a raggiungere un faro dove avverrà un incontro importante con Qualcuno con cui voleva confrontarsi da tempo. Ad accompagnarla varie creature che non potranno mai svelare la loro vera identità. Riuscirà a riconoscere i suoi compagni di viaggio?
Assi di legno, Il liutaio, Nina, Il treno, Carlita, Il faro, Giovanni, Ossa di angeli, sono solo alcuni dei titoli di queste surreali storie. Se credete nei sogni, nell’incanto, nei boschi fatati, nella meraviglia dei colori e nella Fantasia, allora, Il castello dei sogni è il libro che fa per voi.
L’autrice, Roberta Leonardi, con questo libro pubblica il suo terzo lavoro.
Lo so, ancora non vi basta.
Allora lascerò che siano loro, i racconti, a parlare per sé.
Alcuni estratti con i corrispettivi capitoli di appartenenza.
Le fate ( cap. 8)
Erano una decina. Avevano le ali piene di microscopiche gemme. I capelli di vari colori. E profumavano di erba falciata e talco. Delicate nel tocco e vestite dei colori dell’arcobaleno.
Ps: le fate sono persone reali, presenti nella mia vita, so che loro si riconosceranno.
La donna roccia ( cap. 10) A mia sorella.
Emilio non aveva voglia di riposare. Non lo faceva mai a quell’ora. Quella quiete, quel silenzio gli piaceva troppo per non viverlo. Al silenzio lui era abituato. Era sordomuto.
Sala d’attesa: reception ( cap.11)
Un enorme faro si ergeva proprio sopra la sua testa. Era lo stesso del quadro della sala d’attesa. Ma la spiaggia non era invasa dalle acque. Tutto era quiete. La luce intermittente del mastodontico edificio giocava con le stelle a far brillare la notte.
Il treno ( cap. 12)
Ormai da dodici anni, cinque mattine a settimana, alle 7.30 del mattino, Max saliva su quel treno…L’abitudine porta a riconoscersi, a sentirsi membro di una famiglia, con la quale, però non scambi mai una parola.
Carlita 13 ( cap. 13)
Attese che la madre si alzasse per andare in bagno, aprì il cestino e vi trovò la tanto adorata chiave. Quella mattina, mentre la madre era intenta a riordinare e pulire le stanze da letto, corse in salone, si avvicinò furtivamente al cestino e dall’agoraio estrasse il tesoro segreto, che custodì dentro la borsa con i suoi libri di scuola.
Sala d’attesa: il faro ( cap.14)
La porta si chiuse alle sue spalle, diventando muro. Era in una stanza senza “via d’uscita”. Ma non aveva paura. Aveva scelto di esserci. Sarebbe stato ciò che doveva essere.
Giovanni ( cap. 4)
In quel silenzio ascoltò il cuore del lupo battere all’impazzata e vi riconobbe il suo.
Il liutaio ( cap. 15)
Questa bottega non vive di denaro, bensì di ricordi. Le persone, come orologi rotti che hanno perso il suono delle proprie lancette, vengono qui a ripararsi. Si aggiustano con la musica dei miei violini. Ciò che vede a terra, è la sinfonia delle vite perdute, dimenticate e poi, recuperate, che sono passate da qui.
Cosa manca? Solamente voi!
Vi aspetto al castello.

Io sono il menestrello che canterà le storie.
Roberta.
Ps: Lui è mio fratello, Il guardiano del castello.

A un anno di distanza, rieccoci qui, in una data importante per te che sicuramente, adesso lo è anche per sue belle soddisfazioni: “Incastri” e “Il castello dei sogni”.
Abbiamo percepito qualcosa di intimo in questo post, dove presenti il tuo secondo lavoro, diverso dal primo ma sicuramente tuo, perché si percepisce da ogni riga il tuo stile, e la tua profondità.
Noi non possiamo che farti un nuovo in bocca al lupo. E dirti che il sorriso di tuo fratello è meraviglioso, emana gioia, e che la tua mamma viene voglia di abbracciarla con tenerezza.
Noi intanto abbracciamo virtualmente te.
Ale e Albe
Grazie ragazzi, siete due creature splendide, preziose, profondamente umane. Vi voglio molto bene.
E noi a te! ♥️
<3 <3
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