Roma e Luna incontrano un Pittore
Sono perfettamente cosciente del fatto che il titolo di questo articolo possa risultare enigmatico. In realtà si tratta dell’incontro tra un racconto breve, una storia fugace e dei versi liberi apparsi recentemente sulla soglia del mio spirito creativo.
Questo è un periodo in cui nel nostro Paese e nel mondo, molte, troppe cose ( la pandemia, l’assalto a Washington dei sostenitori di Trump, la crisi di governo, la reiterata violenza sulle donne, i pestaggi tra giovani organizzati in piazza e ripresi come fossero un gioco spassoso etc…) mi sembrano andare per il verso sbagliato.
Come se non bastasse, il 27 Gennaio u.s. è stato il Giorno della Memoria ed ho tristemente realizzato che le preziose voci, testimoni di quell’abominio che fu l’olocausto, stanno scomparendo nel tempo come neve che si scioglie al sole, senza avere la certezza che quei racconti continuino ad essere tramandati.
Quando mi sento così profondamente amareggiata, cerco rifugio nel bello.
Non fraintendetemi: non scappo dalla realtà. Ciò che faccio è chiudere gli occhi, prendere in mano una penna e volare via per qualche istante. In questo caso, l’evasione non è reato, bensì necessaria linfa per affrontare e combattere ciò che non mi piace, ciò che mi ferisce; anche al di fuori di me.
Al tempo stesso coltivo la mia capacità di narrare, per far sì che un giorno, magari io stessa, possa riportare quelle storie e quanto ho ascoltato, appreso e capito attraverso chi, prima di me, ha avuto la voglia e, nel caso dei sopravvissuti alla Shoah, il coraggio di farlo.
In altre parole, mi alleno per scendere in campo preparata.

Qui vi allego un link di un’intervista a Sami Modiano perché ascoltiate, dalla sua viva voce, cosa ha vissuto e, tutt’oggi, vive.
https://www.raiplay.it/video/2021/01/Sette-Storie-news-4c3a86c7-0413-48ed-a724-95099b134115.html
Infine, e senza ulteriori indugi, apro la finestra alla fantasia e condivido la mia evasione, per trasmettervi un retrogusto dolce, per lasciarvi una speranza di meraviglia, in un mondo in cui, anche sperare, sta diventando uno sforzo estenuante.
Ecco a voi : Roma e Luna che incontrano un Pittore.

Roma e Luna
Lei era rimasta seduta su quella panchina per ore, ad aspettare qualcuno che non arrivò mai.
Nello stesso momento, dall’altra parte della città, lui si allontanava da un muretto dove aveva trascorso quasi tutto il pomeriggio.
Il cielo iniziò a tingersi di arancio, rosa e viola. Entrambi camminarono verso la stazione, salirono sul treno e scesero alla fermata Colosseo.
Su due linee parallele, come rotaie di una stessa ferrovia, passarono i tornelli per uscire ad assaporare l’aria fresca della sera che incalzava.
Proseguirono su viale dei Fori imperiali e si arrampicarono sul colle Campidoglio, da dietro, per ammirare le rovine di quella passata civiltà, da uno scorcio privilegiato, molto noto e fotografato.
Fu lì che a lei scivolò fuori dalla tasca un libricino di poesie di Neruda.
Lui, pronto, lo raccolse e glielo porse.
Si guardarono. Con un gesto del capo, lei ringraziò. Si avvicinarono, mantenendo però tra loro la distanza, alla ringhiera del panorama e gioirono della meraviglia che Roma, tinta da un tramonto malinconico, regalava generosamente ai loro occhi.
Respirarono echi remoti. Salutarono il giorno e la delusione di un incontro svanito in un’attesa disattesa.
Poi, attratti da una forza magnetica che nessuno dei due conosceva, tornarono ad incrociare gli sguardi.
La ferrovia si fece sentiero e la luna, apparsa a giocare con la notte, contemplò furba i loro sorrisi.
Benedetti dalla magia e con la complicità di pagine ristrette, scritte in una lingua straniera, si strinsero nei cuori ed iniziarono a parlare.
Il resto è custodito da Roma e dalla maliarda Luna.

Pittore
Il nastro del tempo scorre
Proietta sagome, melodie, vibrazioni e
Silenzi.
Sono le didascalie, quelle scritte in piccolo
Che spiccano e danno rilievo ai sorrisi.
C’è un uomo di spalle.
Si appresta a dipingere una tela vergine.
Sulla sua tavolozza, assenti le tinte morbide,
Solo tenui speranze brillano gentili.
Così, con un pennello intriso
Di invisibili emozioni,
Disegna un sogno.
Con umile passione
Lo dona al fiume,
Ipnotizzato da una fugace chimera.
Il cielo applaude con ali di colombe
Spolverate da seducenti incantesimi.
Quando cade la pioggia da nuvole burlone
Mi ritrovo vestita d’arcobaleno.
Il pittore, quando mi volto riconoscente
a cercarlo,
Con un inchino regale
E la sua tela sotto il braccio
Scompare.
Roberta Leonardi, Gennaio 2021
Che bello Roberta mi fai sognare…ne ho proprio bisogno in questo momento.
Grazie di ❤
Ne abbiamo tutti bisogno, Rossana. Cerco di non dimenticarmene mai.
Se ti aiuto a sognare, per me, è un onore.
Condivido in tutto il tuo pensiero.
Le tue parole inconfondibile mi piacciono tantissimo.
Leggere è molto più che un piacere.
Grazie mille per questo splendido commento.
Un cuore grande, Roberta, come la tua famiglia che ho conosciuto
Grazie di cuore.
Anche da parte della mia famiglia.
🌷
Grazie questa sera avevo proprio bisogno di queste parole per riconcigliarmi con il bello della vita
Grazie a te😊
Quello che scrivi è sempre un toccasana per la mente e il cuore …. grazie per esserci …donna dalla penna magica ✨✨✨
Lieta di esserci, soprattutto sapendo che questo è un momento complicato.
Un grandissimo abbraccio.